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Neapolitan Express, Wall Street: una nuova catena di pizzerie a New York

di Giuseppe A. D'Angelo

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Pizzeria Neapolitan Express, Margherita con bufala

La visita a questa pizzeria risale al 17/01/2016

Neapolitan Express è stata la prima tra le pizzerie napoletane a New York in cui mi sono imbattuto. La Grande Mela ha visto il fiorire di diverse pizzerie napoletane molto prima di Londra (e questo discorso vale in realtà un po’ per tutti gli Stati Uniti). Mi trovo un po’ in difficoltà a recensire questa pizza per diversi motivi, che proverò a spiegare lungo il post. Uno di questi è il fatto che la pizzeria appartenga a una catena, sebbene appena agli inizi. Di per sé niente di male, ma anche questo è un discorso che credo affronterò più avanti in un post a parte.

Per cui direi che è meglio passare direttamente ai fatti e vedere com’è la pizza di Neapolitan Express. Per la precisione uscita dal forno della sua sede di Wall Street, che a quanto pare è stata la prima a essere inaugurata.

La pizza
La pizzeria
Quanto costa
Come arrivare
Come l’ho scoperta
PARTENOMETRO

La pizza

Pizzeria Neapolitan Express, pizze

Dalla foto in apertura, e quella che vedete sopra, si notano immediatamente tre particolari:

  1. Il cornicione ha una mako eccessiva, caratterizzata da numerose bolle di diverse dimensioni praticamente bruciate, più una fitta puntinatura nera.
  2. D’altro canto, dove non ci sono macchie, il cornicione ha un bel color marroncino chiaro, ed è lievitato e soffice al punto giusto.
  3. La mozzarella è bruciacchiata.

Adesso cominciate a farvi un’idea del perché sia difficile esprimere un’opinione su questa pizza. Perché nell’aspetto complessivo si hanno punti a favore e sfavore ai due opposti estremi. Per esempio, continuando ad analizzare le immagini, si nota una presenza abbondante di olio d’oliva e una moderata di salsa di pomodoro.

Quindi la domanda fondamentale: ma la pizza è buona? E qui scatta l’inghippo. Perché la risposta è sì, niente male. Non eccezionale, però. Anzi, nella media direi. Morbida, ma non eterea. Non certo sottile, ma non per questo pesante. Dimensioni a metà strada tra una pizza mangiata al ristorante e una pizza a portafoglio. Una foto più sotto ve ne darà l’idea.

E per quanto riguarda il sapore? Non mi ha di certo esaltato, ma neanche deluso. Il menù riporta ingredienti italiani tutti originali, come il classico pomodoro San Marzano, olio extravergine d’oliva, Parmigiano Reggiano e mozzarella di bufala entrambe DOP. E, per quella che è stata la mia esperienza gustativa, posso dire di fidarmi.

Dalle mie parole è chiaro che la pizza rientra nei canoni della sufficienza. E sarebbe facile liquidarla così, se non fosse però che ci sono da tenere in considerazione altri fattori. Che passiamo subito in rassegna guardando alla pizzeria stessa.

La pizzeria

Pizzeria Neapolitan Express, forno elettrico

La prima cosa da mettere in evidenza è una, e una sola: il forno è elettrico. Avete capito bene: niente fiamma viva, ciò che cuoce la pizza è il calore determinato da una resistenza elettrica proprio come l’aveva immaginata Thomas Edison. Se parliamo di pizza napoletana si tratta di una bestemmia vera e propria, perché in teoria il forno elettrico è il nemico della cottura e dell’insufflazione. E questo è il motivo per cui fuori Napoli e nel resto del mondo la tipologia di pizza più diffusa è quella alla romana: bassa e croccante, facile da fare con un qualsiasi forno elettrico.

Ma allora come si spiega che la pizza che ho mangiato io aveva un cornicione soffice e maturo? Be’, mi sono informato, e a quanto pare questa è la nuova sfida nel mondo della pizza napoletana, che sembra che le ultime tecnologie stiano vincendo. Tutto sta nel raggiungere la temperatura ottimale (480°) che serve alla pizza per lievitare come si deve. Naturalmente qua ci sarebbe molto di cui parlare, ma credo che dovrei prima informarmi di più e magari in futuro dedicare spazio all’argomento.

Ma in questo blog si parla principalmente del risultato finale. E il fatto che una pizza di medio livello, ma pur sempre di stampo napoletano, sia uscita da un forno elettrico è comunque una cosa notevole. Un forno che tra l’altro non è nemmeno in mattoni, ma in metallo: questo tra l’altro credo che faccia parte di quegli aspetti tecnici che devo approdonfire.

Torniamo alla pizzeria. Che non è una pizzeria vera e propria, ma un locale take away. È possibile comunque mangiare la pizza sul posto, in quanto c’è un bancone a disposizione. Cosa che abbiamo fatto io e il mio compagno di viaggio in quell’occasione, mentre chiacchieravamo col pizzaiolo: un simpatico pot-pourri di culture, egiziano d’origine ma cresciuto a Milano, e trapiantato poi a New York, a fare la pizza napoletana. Ma guarda un po’ la vita.

Quanto costa

Pizzeria Neapolitan Express, dimensioni pizza

Anche i prezzi di Neapolitan Express hanno scatenato in me delle sensazioni miste. La Margherita classica costa $9, mentre una Bufalina $11. Se consideriamo le dimensioni della pizza sembra un’esagerazione, ma paragonato al costo medio dei ristoranti neanche tanto. Però, di nuovo, qui non siamo in un ristorante, ma in un take away, quindi è chiaro che non si devono tenere in conto spese aggiuntive come il servizio. Che comunque negli States si ricompensa sotto forma di mancia. Anzi, il fatto che la pizza venga preparata sotto i vostri occhi e sia pronta nel giro di pochi minuti in realtà da valore aggiuntivo al prodotto.

Uao, che fatica. Ok, la mia opinione finale sul rapporto qualità-prezzo è: accettabile. Insomma, due dollari in meno non sarebbero stati male, ma non ci formalizziamo. Come sempre, però, i prezzi subiscono un’impennata man mano che si aggiungono ingredienti di importazione. Fino ad arrivare alla follia dei $50 per la pizza chiamata “Il Toro di Wall Street”, con burrata, crema e scaglie di tartufo nero. Lo vedete perché bisogna ordinare sempre una Margherita classica e tutt’al più, quando si vuole esagerare, una Bufalina?

Come arrivare


Neapolitan Express Wall Street, 40 Wall Street, Manhattan, New York, NY 10005

Neapolitan Pizza Express si trova al 40 Wall Street, localizzato all’interno del Trump Building. La fermata della metro più vicina è quella di Wall Street servita dalle linee 2 e 3. A poca distanza troviamo anche le fermate di Broad Street (linee J e Z) e Wall Street (linee 4 e 5). L’omonimia della seconda metro non vi confonda, come è ben noto per orientarsi nel sistema della Subway newyorchese occorre un manuale di istruzioni dettagliato (o una full immersion di qualche giorno, nel mio caso).

Siamo nel pieno centro finanziario, dove si tessono le fila di tutta l’economia statunitense. A pochi minuti di cammino troviamo il simbolo del potere della Borsa: il famoso Charging Bull, la scultura del toro alla carica situata sulla Broadway. L’atmosfera del quartiere è grigia e austera, caratterizzata da grattacieli che si ergono come monoliti intimidatori, in un’area dove i colletti bianchi camminano con passo deciso e sguardo dritto senza esitazioni. Se cercate una fuga da questo rigore, vi consiglio la bellissima Trinity Church, poco distante sempre sulla Broadway.

Come l’ho scoperta

Nel modo più semplice: passandoci davanti. Il nome mi ha attirato subito, uno sguardo dalla vetrina ai pizzaioli all’opera e la decisione di entrare è stata fulminea. Lì abbiamo scoperto che il nome era legato a una piccola catena emergente che ha all’attivo solo due sedi fisiche, di cui l’altra al 232 E 111th Street in East Harlem. Poi però, nello scrivere questo post ho studiato un po’ e ho scoperto qualcosa di più.

Pizzeria Neapolitan Express, Wall Street

Tutto nasce da un food truck: la camionetta delle pizze come sempre è un’idea vincente, e anche a Londra ha i suoi fortunati precedenti. Ma non si tratta di una gavetta dal basso, bensì di un modello di business ben formulato che ha alle spalle due professionisti del settore: Giulio Adriani e Max Crespo. Il primo è un pizzaiolo napoletano che ha acquisito notorietà negli Stati Uniti aprendo diversi ristoranti e pizzerie napoletane, di cui una addirittura kosher. Il secondo è il fondatore di MOVE Systems, una società che si occupa di produrre food truck alimentati esclusivamente con gas naturale complesso, un’alternativa eco-sostenibile alla benzina e al diesel.

In pratica Neapolitan Express e MOVE Systems sono nati assieme. E hanno trovato il generoso supporto economico di due magnati della finanza: l’ex-sindaco di New York Michael Bloomberg e T. Boone Pickens, un massiccio investitore nell’industria delle fonti energetiche rinnovabili. Il conquibus acquisito ha permesso ad Adriani e Crespo di lanciare sulla strada un’intero esercito di pizza truck che ha conquistato Manhattan negli ultimi dieci anni. Le due sedi fisiche di Neapolitan Express sono una svolta recente: e, a mio avviso, l’inizio di una nuova catena nazionale di pizzerie napoletane.

PARTENOMETRO

WARM: alla fine mi sono deciso per la sufficienza. Ingredienti buoni, impasto ben lavorato e lievitato. La cottura pecca nella bruciacchiatura. Al morso e al gusto soddisfa se non si hanno pretese eccessive. Considerato che si tratta di un take away la pizza è godibile, anche se un po’ cara. La stessa pizza servita a tavola in una pizzeria farebbe un po’ storcere il naso, soprattutto considerato che a New York i buoni rappresentanti non mancano. Il fatto che esca da un forno elettrico le dà sicuramente una certa rilevanza, ma non abbastanza da farmi alzare il voto. Una sufficienza piena, comunque, e una pizza sicuramente da assaggiare.

E voi l’avete provata? Cosa ne pensate? Fatemelo sapere nei commenti.

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