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Figli del Vesuvio, Summerstown: la pizza può ancora migliorare

di Giuseppe A. D'Angelo

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Figli del Vesuvio pizzeria impasto

AGGIORNAMENTO ULTIMA VISITA: 4/06/2018

A distanza da ben due anni dalla nostra esperienza siamo tornati da Figli del Vesuvio, una pizzeria che ha molti sostenitori dalla sua. Fu proprio l’ottima pubblicità che ci convinse ad andare la prima volta, ma all’epoca l’esperienza fu inferiore alle nostre aspettative. Non brutta per carità, ma un po’ deludente. Ora, dopo tanto tempo, abbiamo notato alcuni miglioramenti: il Partenometro è aggiornato e ne tiene conto, ma siamo ancora lontani da un risultato ottimale.

La pizza (2018)
La pizza (2016)
La pizzeria
Quanto costa
Come arrivare
Come l’ho scoperta
PARTENOMETRO

La pizza (2018)

Rispetto alla prima volta abbiamo notato evidenti miglioramenti nell’impasto. La resa migliore non è solo visiva, ma anche al tatto il cornicione risulta più morbido, cavo in molti punti e leggermente friabile. Al morso tende a essere un po’ meno docile, ma niente di particolarmente ostico. Come per la prima volta, la base della pizza è sottile e leggera, risultato di una buona stesura che influisce molto anche sulle dimensioni della pizza stessa.

Figli del Vesuvio Londra pizza Polpettona

È sul fronte condimenti che, purtroppo, non abbiamo visto enormi passi avanti. Non abbiamo ripetuto il Margherita testing, però: il menù di Figli del Vesuvio è bello ricco, e ci siamo voluti sfiziare nella scelta. Io ho optato per una Polpettona (salsa di pomodoro, polpette, ricotta e provola); la mia ragazza per A’ Sofia (base di burrata, pomodorini, prosciutto crudo e parmigiano).

Il difetto maggiore della mia pizza è che la ricotta (molto buona, a dire il vero, e solo leggermente salata) copre il gusto dei rimanenti ingredienti. La provola non emerge per niente, mentre le polpette possono essere davvero apprezzate solo se mangiate singolarmente, ma nell’insieme restano totalmente nascoste. Stessa cosa per la salsa di pomodoro, che comunque non è versata in quantità sufficiente da potersi distinguere.

Figli del Vesuvio Londra pizza A' Sofia

La pizza della mia ragazza presenta invece un concetto che non sono riuscito ad apprezzare: la burrata dovrebbe funzionare come base bianca della pizza, ma non è un formaggio che può sciogliersi, e appare semplicemente come spalmato a chiazze su quella che, senza una salsa, diventa una focaccia a tutti gli effetti. Non bastano gli anonimi pomodorini a creare una crema di copertura.

Personalmente, poi, ho un’avversione per il prosciutto crudo sulla pizza, soprattutto quando viene steso a mo’ di lenzuolo a coprire tutto il resto. Per quanto buono e stagionato, non va ad arricchire l’insieme di sapori perché in questo modo si tende a consumarlo separatamente, invece che come parte della ricetta.

La pizza (2016)

Prima di introdurre la protagonista, come al solito concedo un paragrafetto all’antipasto. Io e la mia ragazza ci siamo concessi una fritturina mista napoletana, composta da una mozzarellina fritta, un crocché, una frittatina e un arancino. La prima cosa che abbiamo notato subito è stata la freschezza: e non lo dico solo perché il palato ha riconosciuto il sapore dell’uovo appena sbattuto, ma perché andando in bagno dopo l’ordine ho visto lo chef che intingeva i vari preparati con le sue mani.

Peccato che, a parte, la soddisfazione di mangiare qualcosa realizzato sotto i nostri occhi, non ci sia stato molto altro di memorabile. Il crocché non è stato cotto alla perfezione, e nel suo nucleo era ancora freddo. Peccato, perché tra le quattro era davvero l’unica frittura con un sapore degno di nota, laddove le altre non erano niente di speciale.

Figli del Vesuvio pizzeria Bufalina

Ma veniamo alla pizza. I nostri ordini hanno compreso la mia classica Bufalina (che nel menù prende il nome di Reginella), mentre la mia ragazza ha preso una pizza bianca fatta con gorgonzola, mozzarella affumicata, pecorino e parmigiano (intitolata ‘A Scustumat). Prima di passare alla prova del gusto, vediamo come si è presentata allo sguardo questa pizza. E qui è scattata la delusione: la prima cosa che è saltata subito all’occhio è un cornicione cresciuto sì al punto giusto, ma croccantello e per niente soffice. Un po’ l’antitesi di quella che è la classica pizza napoletana.

Ma per quanto io sia un fan del cornicione a cuscinetto, so che la pizza napoletana non vive solo di quello. Per cui passiamo alla prova dell’assaggio. Prima di addentare la mia pizza, ho assaggiato una fetta della Scustumat. Il sapore bello pieno e corposo, ed è quello che ti aspetti da una pizza ai quattro formaggi. L’ho gradita parecchio, ma il mio giudizio si ferma a una sola fetta: credo che si tratti di una pizza per stomaci forti, e infatti la mia ragazza ha confermato che fosse un po’ troppo pesante (questo però non le ha impedito di finirla tutta).

Per cui passo a quello che so giudicare meglio, la Bufalina. Salsa di pomodoro abbondante, e mozzarella cotta e filante a dovere. Ma c’è un ma: non ho potuto identificare con precisione i gusti, perché l’intera pizza è stata cosparsa generosamente di parmigiano. Ora, questo è un ingrediente che va usato con sapienza. La mia opinione è che sia del tutto opzionale, ma che una manciata non guasta. In questo caso però si trattava ben più di una manciata, e ciò ha conferito alla mia pizza un esclusivo sapore di formaggio. Molto buono a dire il vero, ma mi ha impedito di riconoscere il gusto degli altri ingredienti.

Figli del Vesuvio pizzeria Quattro Formaggi

E adesso torniamo all’impasto. Che se nel cornicione ha avuto una resa pessima, nella base era davvero sottile e leggero. Ho piegato le fette con piacere, le ho sentite sciogliersi in bocca. La pagnotta è stata stesa a dovere, e questo si vede fin dall’inizio dalle dimensioni della pizza, larga come un 33 giri.

Purtroppo per il giudizio finale mi devo comunque fermare su una sufficienza, perché nonostante alcuni aspetti positivi, ci sono troppi fattori di miglioramento da tenere in considerazione. La sufficienza vorrebbe essere però un incoraggiamento a fare di meglio: spero che si riesca a lavorare su questi fattori per ottenere la pizza perfetta.

AGGIORNAMENTO: il Partenometro non riflette più l’esperienza del 2016, ma è stato aggiornato alla visita del 2018.

La pizzeria

A primo impatto dall’esterno la pizzeria si presenta come un locale abbastanza anonimo sul ciglio della strada, e potrebbe confondersi tranquillamente con un kebabbaro o il cinese take away di fianco. Anche l’insegna infatti non presenta un logo o una grafica particolarmente evidente che possa farlo risaltare come una vera pizzeria napoletana. La differenza la fa il piccolo patio allestito all’esterno, attrezzato di qualche tavolino, che in una giornata di sole come quella che abbiamo acchiappato io e la mia ragazza nella nostra prima visita è stata una vera pacchia.

Figli del Vesuvio pizzeria forno a legna

L’impatto all’ingresso della pizzeria è bellissimo: lo spazio interno del locale è occupato per la maggior parte da sua maestà il forno. L’enorme cupola regna su tutto, e il banco per le pizze costruitole attorno occupa gran parte della metratura della sala principale. Il forno a legna è il vero protagonista di Figli del Vesuvio, più del locale stesso.

Una seconda sala laterale completa il locale, che farà in tutto una cinquantina di coperti. L’ambiente è semplice, senza troppi fronzoli e solo qualche quadro di Napoli a rivendicare le origini dei proprietari, assieme al menù. Devo dire la verità, questo aspetto molto rustico mi è piaciuto, perché mi ricorda quelle centinaia di pizzerie tra Napoli e provincia che non vogliono ostentare un ambiente chic o una fama da social, ma si limitano a fare quello che devono, cioè le pizze: magari faranno anche una delle pizze più buone che avrete mai mangiato, ma saranno sempre e solo conosciute agli abitanti del piccolo quartiere che servono.

Figli del Vesuvio pizzeria Summerstown

Ma torniamo a questa pizzeria di questo quartiere di Londra. In realtà si tratta di un ristorante-pizzeria, in quanto il menù propone una buona selezione di antipasti, saltimbocca e classici primi piatti come penne all’arrabbiata, carbonara, lasagna, risotto e altri. Oltre ai fornelli presenti in sala affianco al forno, la pizzeria ha una piccola cucina aperta sul retro, che potete vedere tranquillamente andando in bagno. Lo show-cooking fa sempre onore.

Quanto costa

Una semplice Margherita costa £7, ma la differenza con la Reginella, cioè la Bufalina, è notevole: £10.50, ben £3.50 in più. Però le pizze si piazzano tutte sotto gli £11, tranne la “Figli del Vesuvio”, specificata come double pizza, ma non ho ben capito di cosa si trattasse. Antipasti, primi piatti e dessert si attestano sulle cifre medie di molti ristoranti (chiaramente non di Londra centro).

Come arrivare

Figli del Vesuvio si trova al 658 Garratt Lane nel quartiere di Summerstown nel borough di Wandsworth, sudovest di Londra. La stazione della Tube più vicina è quella di Tooting Broadway, servita dalla Northern line, ma sono quasi venti minuti di cammino. L’alternativa migliore è la stazione ferroviaria di Earlsfield, a poco più di 10 minuti di cammino: è servita dai treni della South West Trains che la collegano, tra le altre, con le stazioni di Waterloo, Vauxhall, Clapham Junction e Wimbledon. In entrambi i casi, comunque, uscirete fuori direttamente su Garratt Lane: per cui a seconda della stazione basterà proseguirà diritto in direzione nord o sud e arriverete alla pizzeria, situata proprio sui bordi di una rotonda.


Figli del Vesuvio, 658 Garratt Lane, Summerstown, Wandsworth, London SW17 0NP

Di solito indico i luoghi di interesse da visitare nei dintorni. In questo caso, però, siamo in una zona totalmente morta. Letteralmente. Non ci sono che case e qualche negozio, e l’edificio più particolare incontrato nelle vicinanze è il Wimbledon Stadium, dove si tengono delle corse di cani. A questo punto, se proprio volete passeggiare, vi consiglio di proseguire fino a Wimbledon centro, una delle zone più eleganti dell’ovest londinese. In un’ora di cammino raggiungete anche il Wimbledon Common, un’enorme distesa verde in cui camminerete all’interno di un bosco immerso nel silenzio. Preludio di quella che sarà poi la bellissima riserva naturale del Richmond Park. Ma ci siamo spinti ben oltre i dintorni.

Come l’ho scoperta

Figli del Vesuvio Londra fetta di pizza

Il nome di Figli del Vesuvio è saltato fuori in un commento alla condivisione su Facebook sul post che ho scritto per Londradavivere sulle 5 migliori pizzerie napoletane di Londra. Naturalmente quel post, ormai datato, faceva una classifica arbitraria tenendo conto delle numerose pizzerie napoletane in cui avevo mangiato fino a quel momento, ma naturalmente non tutte. Anche ora, però, non inserirei Figli del Vesuvio in questa classifica.

PARTENOMETRO

HOT: l’impasto è davvero leggero e rende la base della pizza molto sottile, il cornicione moderatamente lievitato ha un accento di friabilità, non eccessivamente soffice ma masticabile senza problemi. I singoli ingredienti, anche se buoni, non hanno però dei sapori così forti da risaltare in maniera prominente, e più di una volta ci è capitato un ingrediente principale che ha oscurato tutti gli altri.  Non un’esperienza negativa, ma a Londra si può mangiare di meglio.

E voi l’avete provata? Cosa ne pensate? Fatemelo sapere nei commenti.

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1 commento

raff Maggio 13, 2018 - 6:37 pm

ottima pizza !

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