Home Mondo Kesté Pizza & Vino, Greenwich Village: impara l’arte e importala a New York

Kesté Pizza & Vino, Greenwich Village: impara l’arte e importala a New York

di Giuseppe A. D'Angelo

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Kesté New York, pizzeria nel Greenwich Village

La visita a questa pizzeria risale al 19/01/2016

Leggendo qua e là mi sembra di capire che di buone pizzerie napoletane a New York ce ne sono tante, e mi occorrerebbe organizzare una vacanza a parte solamente per provarle tutte. Fortunatamente, nella mia breve permanenza, sono riuscito a provarne qualcuna, e non sono mica andato tanto male. Sarà perché due di queste appartengono allo stesso proprietario, il pizzaiolo emigrante Roberto Caporuscio. Questa recensione è dedicata alla prima delle due pizzerie che ho avuto modo di provare: Kesté Pizza & Vino, nel Greenwich Village.

La pizza
La pizzeria
Quanto costa
Come arrivare
Come l’ho scoperta
Partenometro

La pizza

In questa occasione ero con un amico, ed entrambi abbiamo ordinato la stessa pizza, ovvero la classica Bufalina. Quindi, mi dispiace, ma questa volta il mio giudizio non andrà oltre la regina delle pizze combinata con la regina dei formaggi. E non è un caso che sul menù di Kesté la Bufalina prenda proprio il nome di Regina Margherita. Chiaro che io continuerò a chiamarla Bufalina per comodità e per restare fedele alla tradizione.

E la tradizione è stata rispettata. Ottima cottura, impasto lievitato alla perfezione nel cornicione con base abbastanza sottile. Alla prova del gusto la pizza rende molto bene: la salsa è gustosa, e la mozzarella sparsa ben bene a riempire tutta la base. Nel complesso, la pizza è risultata molto leggera e non l’abbiamo accusata minimamente dopo.

Kesté New York, pizza Bufalina

Veniamo ai difetti, anche se in realtà si tratta di piccole pecche. La salsa di pomodoro era un po’ scarsa, diciamo che sembra che chi abbia fatto la pizza abbia le braccine corte (o sia comunque sotto le direttive di un focomelico). Non così poca da risultare povera, ma neanche così abbondante da grondare sugo. Dalle mie foto si nota poco perché il flash ha messo in evidenza i bagliori del sugo visibile tra un pezzo di mozzarella e l’altro.

Passiamo poi ai pomodorini. C’è chi sulla Margherita, o Bufalina, li detesta. Io li trovo semplicemente superflui, quindi che ci siano o meno non mi fa differenza. In questo caso, però, li avrei evitati volentieri, forse perché il loro sapore salato cozzava un po’ troppo con il sugo di pomodoro un po’ più dolciastro.

Le dimensioni: non avrebbe guastato se la pizza fosse stata un po’ più grossa. Lungi da me dal paragonare una pizza mangiata all’estero ai mostri enormi che fanno a Napoli. So benissimo che fuori dall’amata madre patria le taglie tendono a essere più contenute. Però al termine dell’ultima fetta restava un po’ più di quella voglia leggera, diciamo che avanzava un bel po’ di fame.

Nonostante tutto, dò alla pizza di Kestè una promozione con ottimi voti, perché i crismi della pizza napoletana ci sono tutti, e non ci sarà niente che rimpiangerete. Ora sta a me tornare a New York per vedere se ci sono competitors capaci di fare di meglio.

La pizzeria

Kesté New York, la pizzeria

Sarà anche una pizzeria napoletana, ma l’aspetto è quello di un ristorante con un certo stile. Atmosfera soffusa, tavoli in legno scuro, mura in pietra viva, bottiglie di vino ben in evidenza. Non ci sono tantissimi coperti, ma l’ambiente è spazioso, determinato anche dal fatto che la sala è lunga e rettangolare. Il forno a legna si staglia sullo sfondo, e attorno al bancone gravita l’esercito di messicani che realizzano le pizze. Sì, questa è l’America ragazzi: qui i chicanos rappresentano la principale forza lavoro, e sono capaci di imparare anche l’arte secolare della pizza. Onore al merito, quindi: come sempre i talenti migliori di un paese provengono dall’immigrazione.

Alla bella Napoli sono dedicate solo poche foto incorniciate. Sulle mura della pizzeria c’è invece un’esposizione infinita di riconoscimenti e articoli, tra i quali quello dell’onnipresente TimeOut. Da notare anche la menzione di Zagat, che negli States va molto più forte di TripAdvisor per recensire i locali.

In bella evidenza anche il certificato dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani che conferisce al proprietario Roberto Caporuscio l’onore di rappresentarli in America. La storia di Caporuscio è raccontata con dovizia di particolari anche sull’elegante menù, con tanto di foto gigante: qui si conoscono le origini di questo ragazzo di Pontinia, nel Lazio, che è andato a scuola dai migliori maestri pizzaioli di Napoli, tra cui Starita. Emigrato negli USA, ha aperto diverse pizzerie prima di approdare a New York. Ed è proprio qui che ha trovato la sua fama con il Kestè, tanto da aprire una seconda pizzeria con il patrocinio dello stesso Starita: Don Antonio. Che ho anche avuto modo di provare e che recensirò prossimamente.

Quanto costa

Kesté New York, il forno a legna

Passiamo alle noti dolenti. Siamo a New York, quindi non pensate di mangiare bene a basso costo. La nostra Bufalina ci è costata ben $16. A essere sinceri, però, con i prezzi che sono abituato a pagare a Londra ci posizionamo nella media. Ma è chiaro che il paragone andrebbe fatto con Napoli e l’euro: peccato solo che appena si vola all’estero il paragone smette di sussistere anche quando continuiamo ad avere a che fare con la moneta unica (basta dare un occhio a Madrid).

C’è da dire comunque che il menù non arriva a eccessi troppo elevati: il massimo che si può pagare è £26 e con questi si può ottenere una pizza con prosciutto di Parma e burrata riempita di tartufo bianco e nero. Se consideriamo che per gli stessi ingredienti la newyorchese Neapolitan Express chiede £50 allora le cose si mettono un po’ in prospettiva.

Come arrivare


Kesté Pizza & Vino, 271 Bleecker St, Greenwich Village, Manhattan, New York, NY 10014

Kestè Pizza & Vino si trova al 271 Bleecker Street, nel cuore del Greenwich Village. A pochi minuti di cammino dalla fermata della metropolitana West 4th Street, che è servita da diverse linee: A, B, C, D, E, F, M. Se una volta usciti dalla subway avrete un senso di deja-vu è normale: siamo in una delle zone più residenziali di Manhattan, lontani dai grattacieli del centro. Spesso rappresentato nei film e telefilm (uno su tutti: Friends), il Village è oggi una delle zone più costose dove vivere negli Stati Uniti.

Fin dai primi del Novecento il Village è stato il cuore di tutti i movimenti artistici newyorchesi che hanno poi influenzato l’America intera. Qui negli anni ’50 si è formata la beat generation, e nei decenni successi hanno cominciato a lavorare artisti di diverso genere divenuti poi famosi (tra i vari nomi: Woody Allen, Frank Zappa, Lou Reed, Al Pacino). Negli anni ’60 la zona è anche stata il fulcro del movimento di liberazione omosessuale. Ancora oggi gode di una reputazione di quartiere bohemienne grazie ai locali jazz, i comedy club e i teatri off-broadway.

In particolar modo Bleecker Street è una via zeppa di ristoranti, club e locali di musica. Molta della nightlife del Village si concentra da queste parti. E la rappresentanza italiana, come sempre, è abbastanza evidente. A pochi passi dal Kestè vi consiglio infatti di concludere la vostra cena nella Pasticceria Rocco: da oltre quarant’anni questo locale serve dell’ottima pasticceria italiana, con un accento particolare sui cannoli ripieni. Naturalmente a uso e consumo degli americani, quindi con dimensioni esagerate e un bancone dedicato a molti dolci della tradizione statunitense. Ma il bello di New York è anche questo: il mix di culture che si respira.

Come l’ho scoperta

Kesté New York, pizzeria napoletana

Come sempre la mia ricerca per la pizza napoletana nel mondo mi porta a rivolgermi verso quella immensa banca dati mondiale che è Internet. Non è stato così facile, però: nella miriade di articoli che riportavano le dieci migliori pizzerie a New York c’erano i soliti accostamenti inopportuni di pizza napoletana, pizza New York style, e deep dish pizza. Anche digitando la magica keyword “Neapolitan” si otteneva ben poco. Fortunatamente il nome del Kestè ricorreva abbastanza spesso con una foto invitante. Fatta una breve ricerca fotografica mi sono convinto che quello fosse il posto giusto per me. E non mi sono sbagliato.

PARTENOMETRO

VERY HOT: se siete a New York e volete mangiare un’ottima pizza napoletana con Kestè andate sul sicuro. L’impasto ben lievitato, la cottura e i condimenti conferiscono un aspetto convincente. A mangiarla ne avrete la conferma. Pizza buona, leggera, forse un po’ piccola, ma nel complesso soddisfacente. L’esperienza acquisita a Napoli si vede.

E voi l’avete provata? Cosa ne pensate? Fatemelo sapere nei commenti.

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