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18-20 gennaio 2019: uno dei pizza tour più belli che abbia mai fatto. Era da tempo che indagavo sulla scena della pizza napoletana a Breslavia, in Polonia. Ma non potevo immaginare che in questa città fosse così fiorente. D’altronde, genericamente parlando, negli ultimi tempi la Polonia tutta sta conoscendo sempre di più la pizza napoletana. E, paradossalmente, gran parte dell’opera di divulgazione è fatta molto più dai polacchi, che da expat italiani.
Il paradosso si fa ancora più consistente se parliamo di Breslavia (o Wrocław, per dirla in Polacco). Perché qui la comunità italiana è enorme, e qualche anno fa il fenomeno della migrazione verso questa città ha attirato parecchio l’attenzione dei media. Il sentimento di identità italiano è talmente radicato che un blogger del posto, Marcello Murgia, è riuscito persino a concludere una campagna di crowdfunding per regalare alla città, popolata dai famosi gnomi in bronzo, uno gnomo tutto italiano. Disegnato dall’artista genovese Luca Montagliani, lo gnomo fa ora bella mostra di sé in Ulica Więzienna, una strada considerata un po’ la Little Italy di Breslavia, a causa del numero elevato di ristoranti italiani (che in realtà sono dappertutto).
Lo gnomo cavalca una vespa, targata ITA-WRO, su cui dietro poggia una caffettiera moka. In una mano regge un fiasco di Chianti e nell’altra – guarda un po’ – una pizza. Sterotipato? Forse, ma altamente rappresentativo. E perfettamente in tema con il tour che mi ha visto andare in cerca dei luoghi migliori dove mangiare la pizza napoletana a Breslavia. Ma, ed ecco il paradosso, quasi tutte le pizzerie napoletane che ho visitato a Wrocław sono di proprietà di polacchi. Che hanno saputo ben assimilare la lezione napoletana e trasferirla nella loro città.
Una città di cui ho percepito la voglia di esserci, la sua crescita, il suo sentirsi al centro di uno sviluppo economico di rilevanza. Una città dove la voglia di vivere di giovani e meno giovani si percepisce nell’aria, ma con naturalezza, senza troppi eccessi. E soprattutto, una città che mi ha regalato un’accoglienza magnifica, anche oltre le mie aspettative, e che mi ha regalato tre giorni meravigliosi.
Pausa video riassuntivo, e poi vi racconto ora i tre giorni così come li ho vissuti durante il mio Wrocław pizza tour.
Giorno 1: arrivo a Wrocław
Sono stato accolto all’aeroporto da Remildo, proprietario della pizzeria Ogień. Con Remi mi sentivo via chat da più di un anno ormai, ed è stato proprio lui a invitarmi più volte a Breslavia, scatenando la mia curiosità sulla scena della pizza napoletana e portandomi a scoprire tutte quelle pizzerie che mi hanno convinto a intraprendere il tour. Quando Remi ha saputo che venivo, ha insistito a venirmi a prendere all’aeroporto e accompagnarmi all’ostello.
Ma quel giorno non è stato il solo. Perché qualche settimana prima sono entrato in contatto con Francesco Siervo, proprietario di un piccolo ristorante di pizza e cucina napoletana nel paesino di Syców. Quando ha saputo che venivo, ci ha tenuto a venirmi a prendere per portarmi anche al suo locale… che comunque non avrei mai potuto raggiungere da solo, dato che si trova a 45 minuti d’auto da Wrocław e non c’erano mezzi di trasporto regolari.
Tappa 1: Made in Napoli, Syców
Francesco viene a prendermi all’ostello e ci avviamo verso il suo paese. Durante il tragitto discutiamo molto sulla crescita della pizza napoletana in Polonia, e sul fatto che si possono trovare molte pizzerie interessanti anche al di fuori dei grandi centri. Il suo ristorante ne è un esempio. Ma è la location che mi lascia esterrefatto: il locale è infatti stato ricavato nel retro del giardino di casa di Francesco e della sua famiglia.
Made in Napoli è infatti a totale gestione familiare. Francesco lo dirige con sua moglie Aneta, e suo padre Vincenzo si occupa della cucina. Al banco, il pizzaiolo polacco Oscar dimostra di aver imparato bene l’arte della pizza napoletana. Lo staff del locale è giovane, ma attentissimo al servizio offerto. Pochi tavoli, una ventina di coperti in tutto, un’atmosfera davvero familiare e la sensazione di trovarsi in un luogo speciale. Non vedo l’ora di parlarvi di questa pizzeria con una recensione in dettaglio.
Giorno 2: inizia ufficialmente il pizza tour
Essendo stato tutto il giorno prima fuori la città, non ho ancora avuto modo di testare le pizzerie napoletane di Breslavia. Questo giorno decido quindi di dedicarlo ad almeno due pizzerie, che inserisco durante i free walking tour organizzati nel centro storico. L’tinerario era comunque già stato stabilito a priori.
Nel frattempo, però, sono in costante contatto con tutti quelli che mi seguono sulla pagina Facebook e su Instagram, e ricevo in tempo reale indicazioni e consigli (più o meno validi) su dove recarmi. Il che mi porta ad aggiustare il tiro sulle mie scelte. Inoltre, l’evento inaspettato: una follower del mio blog in viaggio per la Polonia e in direzione Breslavia decide che vuole a tutti i costi incontrarmi per andare a mangiare una pizza insieme il giorno dopo!
Tappa 2: Piec Na Szewskiej
La mia prima destinazione in pausa pranzo tra un tour e l’altro. Questa è la prima pizzeria dove mi reco dove la proprietà è completamente polacca. I proprietari, però, parlano italiano e ho quindi l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con loro (fermo restando che da queste parti parlano tutti inglese e quindi non ho avuto alcun problema di comunicazione). La loro conoscenza della pizza è stata acquisita in maniera diretta con diversi viaggi a Napoli, e nel team hanno anche un pizzaiolo calabrese. Il locale è rustico, ma nel frattempo hanno deciso di espandersi con un secondo ristorante più ampio ed elegante dal nome di Vaffanapoli, che pure è nel mio mirino. Potete leggere una breve recensione qui.
Tappa 3: Iggy Pizza
A cena mi reco da quella che è probabilmente la pizzeria più famosa di Breslavia, che gode di una reputazione favorevolissima. Sicuramente la posizione è vantaggiosa, dato che si trova a pochi passi dalla piazza del mercato centrale. Iggy Pizza è una di quelle pizzerie dal design moderno, che mira alla convivialità con grossi tavoli uniti assieme. Quello che non mi sarei aspettato, però, è che mentre mangiavo la mia pizza il proprietario si sarebbe avvicinato al mio tavolo per presentarsi. A quanto pare mi conosceva e sapeva del mio arrivo.
Maciek è un giovane polacco con esperienza di ristorazione a Varsavia, che a un certo punto ha deciso di mollare tutto per ritornare nella sua città d’origine e tentare il botto con la pizza napoletana. Abbiamo passato gran parte della serata a parlare del suo progetto, e della scena della pizza napoletana a Breslavia. A un certo punto ho avuto anche modo di parlare con il suo pizzaiolo di punta, Igor: un ucraino che ha lavorato quindici anni tra Napoli ed Aversa, e che ha portato con sé tutti i suoi anni di esperienza dietro al forno. Anche della pizza di Iggy vi parlerò in dettaglio. Nel frattempo, però, è sabato sera, e mi concedo una serata latina nel frequentatissimo discobar Casa de La Musica, in piena piazza mercato.
Giorno 3: l’itinerario si stravolge
Mi rendo conto che non c’è più molto tempo per visitare tutte le pizzerie che mi sono promesso. Soprattutto perché Maciek stesso me ne suggerisce una, già menzionata da alcuni sulla mia pagina, di cui non ero proprio a conoscenza. Decido così di utilizzare quella pizzeria come base di incontro per il pranzo organizzato con la mia follower che sarebbe arrivata proprio quel pomeriggio.
Tappa 4: Oliwa i Ogień
È questa la pizzeria suggerita da Maciek, ma purtroppo non riesco a dirvi molto, perché i pizzaioli non si sono voluti esporre neanche per delle foto o un video. La pizza ci ha sorpresi particolarmente, e siamo stati ben lieti del suggerimento ricevuto. Anche questo locale si trova a due passi dalla piazza centrale, ma in una strada più riparata e con un ambiente molto più piccolo. Vi dico qualcosa di più in questo post.
Decidiamo dopo l’esperienza positiva di recarci verso Vaffanapoli. Ma ahinoi, a quanto pare la domenica pomeriggio è utilizzata dagli abitanti della città per mangiare fuori. Se infatti le strade del centro sono molto tranquille, i locali sono pieni, e questo non fa eccezione: c’è una fila di mezz’ora che non mi sento di affrontare, e preferisco rimandare e avere un’ulteriore scusa per tornare a Breslavia.
Tappa 5: Ogień
Dopo una pausa in pasticceria, mi separo dalla compagnia per recarmi finalmente alla pizzeria di Remi (che niente ha a che vedere con la pizzeria precedente, nonostante la somiglianza nel nome). La pizzeria è situata poco fuori dallo Stare Miasto, ma in una posizione comoda e, a detta di Remi, molto vantaggiosa perché localizzata in quartiere di recente rivalutazione. Remi ha un approccio molto tranquillo alla gestione del locale, che porta avanti da un paio d’anni offrendo una pizza napoletana di stampo classico, senza troppi fronzoli. Totalmente differente da quelle che ho provato fino a quel momento, ma altrettanto gustosa, come vi spiego nella recensione dettagliata.
Ma come fa una pizza napoletana in Polonia a costare così poco?
È una domanda che mi sono già posto dopo la mia esperienza a Cracovia. A seconda della pizzeria i prezzi oscillavano tra i 17 e i 23 złoty per una Margherita, ovvero l’equivalente di 4 e 5.50 euro. Com’è possibile che una pizza napoletana in Polonia possa costare come, se non meno, che a Napoli? La Polonia sarà anche un paese i cui costi sono nettamente inferiori ai nostri, ma il food cost degli ingredienti importati dall’Italia non è da sottovalutare.
Ho fatto questa domanda ai diversi proprietari, e ho ottenuto diverse risposte (non vi dirò da chi). C’è chi ha abbattuto i costi con la proprietà del locale e tagliando anche il terzo uomo occupandosi direttamente dell’importazione. Chi punta ai grossi numeri senza sacrificare la qualità, ottenendo un margine di guadagno bassissimo. E chi invece alterna ingredienti italiani a prodotti reperiti in loco. La risposta però è stata univoca: la pizza deve avere un prezzo popolare, altrimenti i polacchi non la mangerebbero.
Conclusione: in questo tour non solo ho avuto modo di conoscere tante realtà diverse, ma ho anche avuto l’occasione di esplorare una città viva e in continua crescita. Credo che sia proprio questo fattore, unito all’alta presenza di italiani che impregnano Breslavia con la loro identità, che abbia portato all’aperture di così tante pizzerie. Poco prima di partire ho avuto modo di avere una chiacchiera con un follower polacco, e lui ha identificato Breslavia come la capitale della pizza in Polonia.
Credo proprio che questo tour non possa smentirlo. Dziękuję bardzo, Wrocław!