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L’ultima visita a questa pizzeria risale al 22/09/2018
Se a Londra il terremoto pizza napoletana da qualche tempo a questa parte sta scuotendo sempre di più i palati della gente, l’area di Fulham ne è diventato l’epicentro. Prima le pizzerie migliori di Londra si potevano trovare solo nei quartieri più periferici, ora invece si stanno spostando sempre più verso il centro. Solo nell’area tra Fulham e Chelsea se ne contano ormai quattro. Quella di cui vi parlo, Bellillo, è in realtà una delle prime di questa zona di Londra ovest. Ve ne parlo un po’ in ritardo, però: perché in questa pizzeria mi ci sono recato due volte prima di scrivere questa recensione, per dei motivi che vi spiegherò in seguito. Questa recensione si concentra sulle pizze della mia ultima volta, ma per maggiore varietà ho deciso di mettere comunque le foto di entrambe le esperienze.
La pizza
La pizzeria
Quanto costa
Come arrivare
Come l’ho scoperta
PARTENOMETRO
La pizza
Parto subito da un giudizio estetico: la pizza di Bellillo è davvero molto gradevole a vedersi, e rispecchia i canoni della pizza napoletana classica. Sembra una cavolata doverlo specificare, ma ultimamente siamo così abituati a canotti e gommoni che ci dimentichiamo che le pizze possono avere anche delle caratteristiche più misurate. Il cornicione di questa pizza è invece elegante, lievitato in maniera moderata. Mentre il disco di pasta è irregolare quel tanto che basta, dalle dimensioni contenute ma non eccessivamente piccolo. Anzi, un mezzo centimetro in più forse non avrebbe fatto male.
Ma veniamo alla consistenza. Il cornicione mi si è presentato friabile e morbido. Devo dire la verità, ultimamente sto apprezzando molto le pizze con questa caratteristica. Tanto è vero che ho imparato a usare il termine friabile senza timore di dargli un significato sbagliato, visto che quella parola l’ho sempre associata a biscotti e crackers. Ma nel caso della pizza assume tutta un’altra valenza: il cornicione sfrigola quando lo premi, ma non si rompe. E l’impasto ritorna educatamente al suo posto come la legge delle buone pizze idratate vuole che si rispetti.
La caratteristica della friabilità porta a un tipo di cottura che in foto potrebbe non rendere, soprattutto se si è una capra come me a maneggiare la macchina fotografica: alcuni colori potrebbero far sembrare l’impasto bruciato, e il cornicione ruvido. Ma vi assicuro che la pizza di Bellillo ha davvero una buona cottura, e la maculatura non presenta bruciature eccessive.
Per quanto riguarda la sostanza, l’impasto dell’ultima pizza che ho assaggiato era davvero leggero e ben idratato. Il cornicione aveva il giusto equilibrio tra mollica e d’aria, mentre la base centrale assomigliava a una sottiletta. Ma perché ho detto “l’ultima pizza”? Ve lo spiego più avanti.
Adesso arriviamo al sapore. E come sempre, io ho ordinato l’immancabile Bufalina, mentre la mia ragazza ha ordinato una Quattro Pomodori. Cominciano le note dolenti. La prima è la scarsità di mozzarella depositata sulla mia pizza, difetto che ho notato anche la prima volta che ci sono stato. Purtroppo non sono proprio larghi di manica da queste parti. Per quanto riguarda il sapore, sia la salsa di pomodoro, che la Bufala del Salernitano, sono buone, ma non si lasciano particolarmente ricordare.
Da questo punto di vista è stata molto più gustosa e abbondante la Quattro Pomodori della mia ragazza. Ed anche esteticamente più piacevole. Dal momento che da Bellillo hanno l’abitudine di servirvi ogni pizza già tagliata in quattro, questa pizza particolare presenta un concetto davvero simpatico: ogni fetta presenta un diverso tipo di pomodoro (piennolo DOP, filetto di San Marzano, pomodorino giallo, pomodoro biologico) accompagnato da un diverso tipo di formaggio (rispettivamente mozzarella di Bufala DOP, provola artigianale, fiordilatte artigianale, parmigiano reggiano stagionato 24 mesi). Questa pizza è perfetta per una degustazione.
Nonostante gli sbilanciamenti tra alcuni aspetti, mi sento di promuovere la pizza di Bellillo con ottimi voti. Nel panorama londinese infatti si distingue particolarmente bene, per aspetto, impasto e ingredienti. Ma su questi ultimi, vi rimando al mio personalissimo pensiero più avanti.
Concludo con l’usuale parentesi dedicata alle altre portate collaterali del menù da noi assaggiate. Nelle due diverse occasioni abbiamo avuto modo di provare diverse fritture tra crocché (o, per dirla alla napoletana, panzerotto), frittatina e montanara. Nessuna di queste mi ha deluso, certo siamo ancora lontani dai capisaldi del centro storico di Napoli, ma si difendono bene. Per quanto riguarda i dolci, la pasticceria è fornita dall’eccellenza campana di Sal De Riso: ho trovato deliziosa la Dolcezza del Vesuvio, una mousse al cioccolato a forma di vulcano, con una crema di arance e albicocche a fare da colata lavica. Vi lascio la foto sopra per farvi sbrodolare gli occhi.
La pizzeria
Locale molto sobrio e tranquillo, quello di Bellillo. Il forno a legna si staglia al centro della sala, posizionato su un lato, mentre i tavoli sono dislocati in due spazi differenti: in totale la pizzeria farà una quarantina di coperti. I colori della mattonatura e le luci contribuiscono a un’atmosfera calda e rilassante, molto intima sia a cena che a pranzo. Gli omaggi a Napoli sono delle stampe giganti di foto di soggetti diversi: delle mani che stringono mozzarelle in lavorazione al caseificio, altre che raccolgono dei pomodori San Marzano e – la mia preferita – due ragazzini intenti a mangiare pizza sul lungomare con il Vesuvio sullo sfondo.
Il servizio è molto accogliente e caloroso, ma anche discreto. In entrambe le occasioni i camerieri sono stati sempre sorridenti e gentili, attenti, ma senza sconfinare oltre. Da un lato mi dispiace, perché a me piace molto la pizzeria dove il cameriere si intrattiene a chiacchierare con il cliente, soprattutto in circostanze tranquille come la domenica pomeriggio quando siamo andati io e la mia ragazza. Ma dall’altra apprezzo questa riservatezza.
L’intero menù di Bellillo ha una rosa di pizze che si allontana in maniera netta dalle pizzerie classiche. A parte la Margherita, tutto il resto è invece un concentrato di ingredienti provenienti dalle più disparate regioni d’Italia che affollano pizze dai nomi sibillini, e dalle descrizioni lunghe come un libro. Insomma, senza girarci troppo attorno: Bellillo si classificherebbe come quella che oggi molti amano definire pizzeria gourmet. Un termine che io ancora oggi faccio fatica ad accettare, ma che riesco tranquillamente ad addossare come un’etichetta appena me ne si presenta l’occasione.
Bellillo ostenta, forse fin troppo, un’attenzione accurata nella selezione degli ingredienti. A partire dalla tovaglia, dove una mappa dell’Italia puntualizza tutte le zone di provenienza dei prodotti usati. E questo gli fa onore, indubbiamente. Ma leggere il menù è una faticaccia. Primo, per dei nomi che da soli non mi significano assolutamente nulla. Secondo, per una lista lunga e dettagliata dei singoli ingredienti e della loro provenienza utilizzata per ogni singola pizza. Difficile da gestire, soprattutto per chi si siede e ha fame. Tutte quelle righe di testo spaventano, e molti prodotti o luoghi sono già incomprensibili a un italiano, figuriamoci a un inglese o qualsivoglia straniero in questa grande città multietnica.
Con questo non voglio dire che ci sia qualcosa di sbagliato, anzi. Giustissimo educare i clienti alla consapevolezza di quello che mangiano, al presidio Slow Food e alle eccellenze gastronomiche del nostro paese. I tempi sono maturi. Ma non si può far fare tutto a un pezzo di carta. Occorre che al menù venga affiancato un responsabile che dedichi del tempo a ogni tavolo a spiegare al cliente quello che la pizzeria è in grado di offrire. Ci tengo a precisare che, per quanto io sia un amante del rustico e della semplicità, non sono per niente contrario alla ricerca e alla sperimentazione. Anzi, ben venga. Ma là fuori è pieno di ignoranti come me che aspettano solo di essere edotti.
Quanto costa
La zona è ricca, e il menù ricercato: questo si riflette sui prezzi di Bellillo. Una Margherita semplice costa £8.50, mentre la Bufalina ne costa £10.50. Vi è anche una versione piccola della Margherita a £6.50, mentre altre pizze come il calzone e il ripieno fritto si collocano sui £9. Da lì in poi, con l’aggiunta di ingredienti ricercati si va a salire, fino ad arrivare a un massimo di £14.50. Occorrerebbe assaggiare ogni pizza singolarmente per capire se ne vale la pena.
Come arrivare
Bellillo, 255 Munster Rd, Fulham, London SW6 6BW
La pizzeria Bellillo si trova in un’area di Fulham denominata Munster Village, precisamente al 255 Munster Road. Se arrivate con la metro, le due fermate più vicine sono quella di Fulham Broadway (servita dalla District Line) a 20 minuti di cammino, e Parsons Green (sempre sulla District, una fermata dopo) a 15 minuti. Si tratta di una zona molto tranquilla e residenziale, dove non ci sono particolari attrazioni.
Per una giornata in zona vi consiglio una visita al Fulham Palace, distante una ventina di minuti a piedi: il vecchio palazzo nobiliare è stato di recente ristrutturato, è a ingresso completamente gratuito, ed è contornato da un bellissimo parco. Oppure potete invitare una persona speciale a una serata pizza e cinema: il multisala si trova nel complesso commerciale sopra la stazione di Fulham Broadway, e quei venti minuti di passeggiata potrebbero essere utili per digerire.
Come l’ho scoperta
Il nome di Bellillo è saltato fuori in una discussione su Facebook sulle migliori pizzerie londinesi, una di quelle molto appassionate e controverse che mi hanno spinto ad aprire questo blog. Un ragazzo che ci lavorava vantava con orgoglio gli ingredienti da loro utilizzati e le loro pietanze, con tanto di foto d’accompagnamento. Ora, onestamente non so se si trattasse di un cameriere o del proprietario del locale, ma tanto mi è bastato per incuriosirmi e andare a provare la pizzeria.
E così ho organizzato una serata tra amici. In quella serata sono stati tutti soddisfatti, chi più chi meno. Non io però, né la mia ragazza: entrambi abbiamo trovato l’impasto pesante, e un cornicione gommoso e simile al pane. L’opinione sulla pizza di Bellillo è peggiorata quando, tornati a casa, l’abbiamo accusata tutta nel nostro stomaco.
A quel punto Bellillo non mi aveva fatto certo una buona impressione. Tanto che, quando scrissi il mio personalissimo – e immancabile – post sulle migliori pizzerie napoletane di Londra per il sito Londra da Vivere, decisi tranquillamente di non inserirla. Ma non le dedicai un post sul blog, perché sentivo che qualcosa non andava.
Per lungo tempo infatti ho pensato che quella sera c’era stato qualcosa di sbagliato, fosse anche una cattiva reazione tra l’umore del pizzaiolo quel giorno e le condizioni del mio stomaco. D’altronde il resto della serata era andato abbastanza bene: il locale mi era piaciuto, il servizio è stato gentile, antipasti e dolci davvero molto buoni, e le pizze erano anche belle a guardarsi. Inoltre in quell’occasione dovetti accontentarmi di una Margherita classica, perché avevano terminato la Bufala. Insomma, sentivo che Bellillo meritava una seconda occasione.
Ho fatto passare un bel po’ di mesi, ma alla fine sono tornato. E sono stato ben contento di averlo fatto. La pizza che ho mangiato era quella che mi aspettavo e desideravo. Non eccezionale, certo, e come ho detto ho riscontrato la stessa scarsità di ingredienti della prima volta. Ma l’impasto era certamente migliore. Quale che fosse stato il motivo della mia cattiva esperienza la prima volta non mi importa: ora sono contento di poter dare la mia opinione sulla pizzeria Bellillo con voti positivi.
PARTENOMETRO
HOT DAMN: la pizza di Bellillo è molto bella a vedersi, con un cornicione moderatamente lievitato e non molto mollicoso. La Margherita e la Bufalina sono buone, anche se non eccezionali: occorrerebbe abbondare di più con fiordilatte o mozzarella. Per gli amanti degli ingredienti ricercati, il menù di Bellillo è una manna: non ho testato personalmente ogni singola pizza, ma quel paio che ho avuto modo di assaggiare rendono giustizia alla provenienza dei prodotti alimentari.
E voi l’avete provata? Cosa ne pensate? Fatemelo sapere nei commenti.
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2 commenti
Ottimo consiglio. Ieri, dopo il lavoro, ho deciso di andare a Londra per provare questa pizzeria. Molto buona. Tutto ottimo, dalla frittatina al dolce. 100 volte meglio di Franco Manca di Reading (che fa pure una pizza decente rispetto allo schifo di Zizzi e pizza express).
Grazie delle dritte 😎
È un piacere! 😊