“Ah, sei napoletano? E dimmi un po’, qual è la migliore pizzeria di Napoli“?
Se avessi avuto un euro per ogni volta che mi sono sentito fare questa domanda me la sarei potuta davvero comprare una pizzeria a Napoli. E ci avrei affisso un bel cartello fuori: “Qui non si fa la migliore pizza di Napoli”.
Me lo tengo dentro da un bel po’, ma è arrivato il momento di dirlo: questa è la domanda più stupida che possiate a fare a un napoletano. E diciamocelo, anche un po’ offensiva e populista. Datemi qualche minuto e vi spiegherò perché.
Sapete quante pizzerie ci sono a Napoli? Più di 8.200. E allora sappiate che non solo Napoli non è al primo posto in Italia per città con maggior numero di pizzerie (Milano e Roma la superano); ma, secondo una ricerca effettuata nel 2017 dagli organizzatori del Pizza Village, è solo all’81mo posto come numero di pizzerie in relazione ai suoi abitanti (una ogni 346).
Nonostante ciò, Napoli nell’immaginario collettivo rimane sempre e comunque la capitale della pizza (neanche l’avessimo inventata noi – no, davvero, non l’abbiamo inventata noi). Sarà perché la pizza napoletana è la più buona del mondo? Giudizio opinabile, per me lo è, ma io sono di parte. Ci sono altre 7 miliardi e mezzo di persone su questo pianeta che non sarebbero d’accordo.
Ma facciamo finta che lo sia, e che ci sia stato un decreto universale che abbia stabilito che la pizza napoletana sia la più buona in assoluto (ah, per inciso: l’iscrizione al Patrimonio Unesco non vale, perché non ha a che vedere col prodotto, ma con l’artigiano). Se ci si chiede di stabilire quale sia la migliore pizza di Napoli, ci si sta chiedendo in pratica di emettere un verdetto su quale sia la più buona tra le più buone.
Un giudizio del genere presuppone l’aver mangiato in ogni singola pizzeria della città… Alt! Vi fermo subito. Lo so, state per accusarmi di essere retorico. Che quando si pone una domanda del genere si sottintenda sempre un “secondo te, basandoti sulla tua personale esperienza delle pizzerie che hai visitato”. Che la prendo troppo sul serio.
Al che vi rispondo che se non siete napoletani e non vi siete sentiti fare questa domanda almeno una volta ogni conversazione con degli sconosciuti negli ultimi cinque anni fareste meglio a tacere. Perché il 99% delle volte, quel sottinteso non aleggia minimamente nelle intenzioni dell’interlocutore. La domanda viene rivolta secca e brutale come una fucilata esattamente nel modo in cui l’ho riportata all’inizio di questo articolo. Mi spiego meglio.
Quando vado a Roma, il mio primo pensiero è quello di mangiare una cacio e pepe. Al che, se voglio chiedere informazioni su dove andare, la mia domanda è la seguente: “Senti, mi sapresti indicare dove si mangia una buona cacio e pepe da queste parti?”.
Guardate la differenza. Non ho detto “migliore”, che vuol dire “più buona in assoluto”. E non ho detto a Roma, ma “da queste parti”. Perché Roma è una città enorme, e sono certo del fatto che ci saranno tantissimi ristoranti dove mangiare un’ottima cacio e pepe senza che questi siano necessariamente in competizione tra di loro.
Ma soprattutto, sono consapevole che il giudizio di quella persona sarà sicuramente molto più influenzato dalla sua area geografica di appartenenza. Se vivi o lavori in un dato quartiere, tenderai a mangiare più spesso in quella zona, e a farti un’opinione più accorata rispetto ai locali che frequenti di più.
Applichiamo il ragionamento a Napoli. Non guardate a quelli come me, che girano la Campania e addirittura il mondo per la pizza. La maggior parte dei napoletani non si schioda dalla propria zona di residenza per mangiare. Per cui se chiederete dove mangiare la pizza a Napoli a uno dei Tribunali probabilmente vi dirà Sorbillo, il Presidente, Attanasio o Di Matteo. Se lo chiedete a uno della zona stazione vi dirà Pellone o Carmnella. E vogliamo parlare di quelle pizzerie che sono indissolubilmente legate alla storia del quartiere come Michele a Forcella, Starita a Materdei o Attilio alla Pignasecca?
Badate, ho fatto i nomi più famosi non a caso. Se cercate su Google “le migliori pizzerie di Napoli” la pochezza dei risultati in prima pagina è impressionante: le liste emanate riportano sempre gli stessi nomi (così come le famigerate classifiche, ma questo è un altro discorso che non sto a trattare qui). Qualcuno dirà: be’, ma allora se sono sempre loro è perché sono davvero le migliori, no?” Al che io risponderei: “se ti basta una ricerca online per ottenere la tua risposta allora perché vieni a rompere le scatole a me?”.
Ve lo dico io perché: perché le persone vogliono il giudizio del local, di quello che in teoria ne sa di più. Ma non gli piacciono le cose complesse. La domanda “qual è la pizzeria migliore di Napoli” presuppone che ci sia una e una sola risposta, univoca e über alles. Ed è quella che ottieni se parli a uno di quei tantissimi napoletani che non è mai uscito fuori dal quartiere per mangiare una pizza, e ti dirà che quella di Tiziocaio è la migliore di tutta Napoli anche se probabilmente ne avrà provate solo altre tre.
Se questa domanda la fate a uno come me, però, mi dispiace ma cascate male. E mi odierete. Perché io vi dirò: “Dipende. Hai mai mangiato una pizza napoletana prima? Ti piace grossa a rota ‘è carretta, o dal diametro ridotto in stile fine Ottocento? Il cornicione lo vuoi bello gonfio o moderato? Vuoi spendere quattro euro per una Margherita o sei disposto a cacciare anche di più? Ti piace il vino con la pizza? No, perché questa pizzeria fa una pizza davvero buona, ma non ha una carta dei vini. E poi sai, a dire il vero oggi come oggi per mangiare una pizza davvero buona devi uscire dalle mura. Vai a Fuorigrotta. Oppure al Vomero. No, senti fai una cosa: affitta una macchina e fatti un giro nella provincia. E già che ci sei, vai fino a Caserta. Lì si che se ne vedono delle belle”.
Ve l’ho detto, mi odierete. Perché vi ho messo in crisi. Perché pensavate fosse semplice, come la vostra domanda. Vi arrabbierete, perché non vi ho dato la risposta che cercavate. Volevate un nome, uno solo, dove andare a colpo sicuro. Perché d’altronde cosa ci vorrà mai a dirmi qual è la migliore pizza di Napoli?
Ma forse dovrei essere io ad arrabbiarmi con voi. Per tanti motivi. Ve l’ho detto, quella domanda, posta in quel modo, non solo non ha senso, ma è anche un po’ offensiva. Pensate che esageri?
Be’, guardiamo un attimo alla vostra reazione dopo la mia raffica di domande. Se siete incuriositi, e volete saperne di più, no che non mi offendo, anzi, sarò ben felice di spiegarvi le differenze, e di fornirvi le mie raccomandazione basate sulla mia personalissima esperienza, che non è certa quella di uno che ha visitato 8.200 pizzerie. Alle volte succede di poter imbastire una conversazione del genere. Il più delle volte non c’è modo. Un mio amico che lavora come receptionist in un hotel si trova spesso in imbarazzo nel dover rispondere a questa domanda ai turisti, esattamente per questi motivi.
Se invece la vostra reazione, come il più delle volte accade, sarà quella di uno che sbuffa e alza gli occhi al cielo, perché voleva solo un nome… be’, allora state negando l’importanza e la complessità di un piatto che è strettamente legato alla cultura del mio popolo. Un piatto in continua evoluzione, che migliaia di pizzaioli ogni giorno si impegnano a rendere migliore del giorno prima, con la stessa passione che ogni cuoco infonde nelle sue pietanze per offrire l’esperienza perfetta al suo cliente. E non certo per finire sulla prima pagina di Google o nella guida di sta ceppa.
Ma c’è dell’altro. Sto per riverlarvi un segreto esplosivo. Qualcosa che vi farà letteralmente schizzare il cervello dalle orecchie. Siete pronti?
Bene, allora sappiate che non a tutti i napoletani piace la pizza.
Sorpresi? Stupefatti? Ma è proprio così. Conosco molti napoletani che la pizza non la possono proprio vedere, e non certo per intolleranza al glutine. Altri la mangiano come fosse un piatto come gli altri, sicuramente non con la stessa voglia spasmodica di “andarsi fare una pizza” che molti di noi hanno. Figuriamoci quanto gliene può fregare di decretare quale sia la migliore pizza di Napoli.
Per cui, sì, una domanda come “Sei napoletano? Qual è la migliore pizzeria di Napoli?” è populista e un po’ offensiva. Perché ci mette tutti su quello stesso livello stereotipato fatto di mandolino, tricchebballacche e Pulcinella. Che è un po’ come dire che i neri hanno il ritmo nel sangue.
Per cui fatevi un favore. La prossima volta che incontrate un napoletano e volete la risposta al fatidico quesito, chiedetegli prima se lui va spesso a mangiare la pizza. Poi chiedetegli, tra le pizzerie che ha provato, quale si sente di raccomandare a uno che venisse per la prima volta in città. Una conversazione elegante, ricca, priva di assolutismi o di domande botta e risposta. Magari scoprirete un mondo di cui ignoravate l’esistenza.
E se poi non siete d’accordo, fatemelo sapere con un commento nel box in fondo a questo articolo.
PS: Forse qualcuno lo avrà notato, ma nel caso ve lo dico io: nessuna delle pizze che vedete in questo articolo è stata fatta a Napoli. Una piccola provocazione, in linea con l’argomento trattato. D’altronde cosa vi aspettate dal blog sulla pizza napoletana nel mondo?
22 commenti
Effettivamente una domanda così secca presuppone l’aspettativa ad una risposta secca e poco argomentata….e quindi di conseguenza è senza ombra di dubbio parliamo di una risposta sbagliata! Non riesco a rispondere nemmeno fra me e me a questa domanda, direi che la mia risposta potrebbe cambiare in base a mille fattori: magari un giorno ho voglia di una pizza classica, di infilarmi fra i vicoli della città e respirare tutta la napoletanità del luogo, altre volte ho voglia di una pizza più morbida, magari c’è il sole e voglio goderne. C’è grande differenza anche se mangio la pizza a pranzo o a cena perché la sera preferisco una pizza più digeribile. Insomma impossibile per me la storia del podio e quindi se come dice Luciana, qualcuno mi chiede “ho un solo colpo in canna, quale pizza mangio?” una decina di minuti di sproloquio e almeno 5/6 domande di approfondimento se le deve sorbire, altrimenti si può rivolgere anche a TRIPADVISOR!
Concordo con l’approfondimento, anche se spesso la reazione al mio sproloquio alle mie domande “inquisitorie” è quella di vedere alzare gli occhi al cielo. In tal caso concordo anche con l’alternativa che suggerisci tu: se lo chiedi a me perché pensi di avere una risposta migliore di TripAdvisor, ma poi quella risposta non ti interessa, allora vai su TripAdvisor!
Secondo me Michele
Ah, bene, tu rispondi secco alla domanda 😀
Io sono completamente d‘ accordo con il fatto che sarebbe incorretto e deviante stilare una classica perché i criteri con la quale questa viene realizzata sarebbero diversi. Mi spiego meglio: è come dire qual’ è il miglior calciatore al mondo? Ok, ma tra gli attaccanti, i difensori o i centrocampisti? Perché sarebbe incorretto compararli tutti allo stesso modo. Per me personalmente, il giudizio di una pizza passa per due prospettive: una oggettiva e una soggettiva. Quella oggettiva, per esempio, è sicuramente la qualità degli ingredienti ove è chiaro, a volte, che una mozzarella sia migliore di un’ altra come sapore. Quella soggettiva, invece, molto più importante per la finalità del giudizio che poi viene dato passa secondo me, per TIPO DI PIZZA che ti piace mangiare. Ovvero: sottile/ruota di carretto, cornicione alto alla casertana o dall’impasto alto come avviene in costiera (o spesso nel salernitano). Per questo quando a volte mi chiedono qual è la migliore pizza di napoli (napoli inteso anche come provincia/e) io mi sento di rispondere:
che tipo di pizza ti piace?
E poi faccio qualche raccomandazione di categoria. Perché paragonare una pizzeria da michele o forcella con un “Giggino università della pizza” a vico equense mi sembra fuori luogo e soprattutto incorretto. Un pò come dire che Maradona è meglio di Cannavaro. Spero sia stato chiaro 🙂
Chiarissimo, e concordo con te su ogni singola parola!
Vengo in Campania 3/4 volte all’anno per lavoro e onestamente Giuseppe, penso che Napoli abbia perso un po del suo fascino sulla pizza.. i riflettori sono fuori Napoli, a Caserta e non solo per i Masanielli, a Caiazzo, a Frattamaggiore e non solo per Nonna Ma, a Volla, nella provincia di Salerno..da amante della pizza ho più voglia di scoprire e provare/riprovare questi territori, che addentrarmi in Napoli, ma se devo dire la mia su Napoli, forse ti direi Charlie..Credo che oggi come oggi Raffaele Bonetta sia il pizzaiolo più preparato sul palcoscenico partenopeo. Un appunto lasciatelo fare pero, che a Milano ci siano più pizzerie di Napoli é vero, ma non ci sono più pizzerie napoletane, sono censite come pizzerie, e la metà son tra egiziani, pizze al trancio e una piccola percentuale di pala e pinsa romana, che particolarmente adoro. Dimenticavo, compimenti per l’articolo. Sempre al top!
Grazie! Sì, ormai la situazione si sta evolvendo radicalmente fuori dal territorio della città, però secondo me stiamo assistendo anche a un’inversione di tendenza: molte pizzerie di Napoli si stanno rimettendo al passo con dei concept innovativi. Ninetta con Ciarly è stato proprio tra i primi, ma oggi ci sono altri nomi che raccomanderei. Ecco, appunto, vari: non una sola, la fantomatica migliore di tutte.
Che poi, a dirla tutta, no, io proprio non so qual è la migliore pizza di Napoli per me, figurarsi per te. Posso dirti, trovandomi in un luogo, dove la mangerei, ma – molto probabilmente – proverei il locale che ancora non conosco. Ovviamente un buon prodotto mi fa pensare se sia o meno migliore di un altro provato altrove. Ma il podio, quando c’è, è così pieno di pari meriti, di dubbi e ricorsi al VAR… che alla fine lascio il campionato, e mi mangio la pizza.
In fin dei conti, la competitività tra pizze, è un po’ ‘na pizza.
E se parliamo di podio con pari meriti, ci sono state anche grosse polemiche di recente da quel punto di vista, in questa smania di mettere tutto in classifica… Per cui, ne vale davvero la pena?
C’è un altro aspetto da considerare: non tutte le pizzerie a Napoli fanno delle buone pizze. Un altro luogo comune è che la pizza a Napoli è sempre buona e che ci siano eccellenze come quelle da te citate. Ma purtroppo basta aprire Tripadvisor per vedere che non è assolutamente così. In tanti usano la ricetta degli avi delle pizze da 8 ore di lievitazione ma fatte con farine fortissime che andrebbero usate per 24 ore e più. Questo perché quella marca è la più popolare e usarla significa allinearsi ai trend. Come risultato le pizze sono poco digeribili, dei veri e propri mattoni.
Tornando all’argomento del tuo post rimane il fatto che a parte la domanda ingenua, la risposta sarà sempre viziata dai gusti di chi ti risponde.
Esattamente, un altro luogo comune che sarebbe anche bello fosse vero, ma è umanamente impossibile. Pensa se la domanda venisse fatta a una di quelle persone che per tutta la sua vita ha mangiato solo ed esclusivamente in una pizzeria all’antica, il cui prodotto certamente non eccelle, ma che nella mente di chi risponde è il “migliore di tutti”.
Condivido la sensazione di difficoltà e quasi di imbarazzo nel dover rispondere a questa domanda, anche perché se non sai fornire una risposta arriva immediatamente dopo il commento “ma che napoletano sei?”. Allora ti ritrovi a dire ciò che non è altro che la conferma a quello che il tuo interlocutore ha trovato su Google, anche perché se si trova a Napoli per fare il turista sarebbe un po’ difficile dirgli di prendere la vesuviana e andare a San Giorgio a Cremano (il riferimento non è casuale), per sentirsi rispondere: “dove??? No no, voglio restare al centro”. Una lancia a favore di chi pone questa domanda però voglio spezzarla, il desiderio è quello di andare a colpo “quasi” sicuro, di non perdere quell’unica occasione di poter dire di aver mangiato la pizza più buona di Napoli e di poterla consigliare a chi a sua volta visiterà la città partenopea.
Il problema è che per levarci dall’imbarazzo e nel fare presumibilmente un favore a chi ci fa la domanda dandogli i nomi più conosciuti (che non è detto siano i migliori… migliori per chi, poi?) contribuiamo a creare un circolo vizioso per cui i turisti vanno sempre gli stessi posti, perdono tempo in file interminabili – che potrebbero utilizzare in maniera più proficua per visitare le altre meraviglie di Napoli – e non distribuiscono l’economia in maniera più equilibrata, andando a favorire le altre migliaia di ottime pizzerie dove potrebbero mangiare nella nostra città.
Sante Parole! A prescindere dall’argomento, ho sempre trovato fastidioso chi professa la propria opinione come sacra verità assoluta e altresì non è di mio gradimento ricevere domande così cariche di responsabilità. Essendo anch’io napoletana e avendo spesso occasione di incontrare persone non-concittadine, questa domanda mi è stata rivolta più e più volte…la mia risposta? Non ne ho la più pallida idea, ma sono pronta a suggerire nomi, specificando quali siano le pizzerie più conosciute e acclamate dalla critica, quali quelle più accessibili economicamente o logisticamente in base alle esigenze di chi mi pone la domanda e quali invece siano le più buone che abbia provato, il tutto specificando che si tratta della mia banale conoscenza ed esperienza e che il giudizio finale è e deve essere soggettivo!
“Domande così cariche di responsabilità” è la sintesi perfetta!
Eeeeehhh Giuseppe a me che a questa domanda – e pure a quella sulla cacio e pepe, sull’amatriciana, sul risotto alla milanese e sullo spiedo bresciano, come se fossi stata ovunque ed esperta di qualsiasi cosa – tocca rispondere ogni santo giorno per lavoro, questo discorso risuona tantissimo. Sono naturalmente d’accordo sul tuo discorso sulla pizza e Napoli, e in generale sul modo di porre la domanda e sulle risposte che ci si aspetta. Io quando viaggio e ho la fortuna di potermi rivolgere a un “local” cerco piuttosto di chiedere: ho una sola pizza (o ramen, o fish&chips o quello che sia) da mangiare in città, tu quale mi consiglieresti? Però lo sappiamo che gli assolutismi – le top ten, le pizze “definitive”, i numeri uno – piacciono alla SEO tanto quanto ai lettori e alla fine ormai funziona così, abbiamo la mente plasmata sull’idea di “podio”. Sai che faccio allora? Mi tengo una risposta secca, totalizzante e abbastanza inutile per chi vuole quella, e sono naturalmente pronta ad argomentare con chi so che starà ad ascoltarmi e mi ringrazierà 🙂
Totalmente d’accordo sulla seconda parte del tuo approccio. Sulla prima, invece, proprio non ce la faccio. Un po’ per onestà mia intellettuale, ma un po’ anche perché mi sentirei ti fare un torto a una persona che potrebbe – magari senza anche saperlo – avere la possibilità di imparare tantissime cose.
Che articolo interessante! L’ho letto tutto d’un fiato e mi è piaciuto anche il tono polemico, perché era condito proprio da quella passione che traspare così forte che non ho potuto che trovarmi ad annuire ed essere d’accordo con te, nonostante fossi io per primo parte di chi, per ignoranza, fa domande giustamente dette “populiste”. Good job Peppe!
Grazie Alberto! Sì, sono stato molto veemente in questo articolo, ma ogni tanto un po’ di polemica ci vuole. Non è che la gente lo fa apposta a farmi quella domanda per offerndermi, lo so, però magari se lo spiego in questi termini il messaggio passa subito 🙂
Ciao Giuseppe sono completamente d’accordo con te….. L’articolo qui sopra, l’ho trovato interessante e molto chiaro, definisce per filo e per segno quello che noi pizzaioli del nord viviamo da sempre… Provo a farti un esempio…. Sai quanti clienti arrivano in pizzeria manifestando le loro origini napoletane e ti chiedono sei napoletano? Ed io no nato a Monza ma di origini siciliane…. Alche’ vedi il loro sguardo cambiare… Increduli e sfiduciati si seggono…. Ordinano puliscono il piatto dopodiché si avvicinano per farti i coplimenti….
Uha’ non so se si scrive così 😂😂 esclamazione tipica dei tuoi conterranei manco a Napoli ho mangiato una pizza così buona…..
Questo esempio semplicemente per dire che anche secondo me non esiste la miglior pizza al mondo, il gusto da sempre e soggettivo poi ovvio che chi produce pizza da generazioni e sicuramente agevolato dai trucchi e consigli che i grandi della pizza Napoletana possono rivelare ecco questo forse rispetto ad altre pizze può secondo me fare la differenza sulla tradizione… Detto ciò viva la Pizza e tutto il suo mondo ciaooo
Sicuramente crescere nel cuore della città della pizza può darti un certo genere di imprinting, ma non necessariamente ti porta a produrre la pizza più buona. Tu sei un esempio, il tuo concept di pizza rappresenta un approccio innovativo che per molti è superiore a quello della pizza tradizionale, per altri è invece un’esagerazione perché non discostano dalla tradizione pura e semplice. Un’ulteriore precisazione del perché sia impossibile fare una lista coerente delle migliori pizzerie che non scontenti nessuno, figuriamoci decretare la migliore in assoluto.