9-14 febbraio 2019: finalmente realizzo il pizza tour di Berlino, un obiettivo che mi ero preposto sin dalla nascita di questo blog, più di tre anni fa. Motivo per cui non ci sono riuscito prima? Nessuno in particolare, probabilmente stavo cercando solo l’occasione giusta per tornare in questa magnifica città (che tra l’altro avevo visitato la prima e unica volta ben 10 anni fa, molto prima che sviluppassi questa insana voglia di viaggiare alla ricerca della pizza napoletana all’estero).
Ma era un tour che avevo particolarmente a cuore, sin dai tempi in cui pubblicai un post su Wallet Pizza, un progetto dedicato alla pizza a portafoglio nella capitale tedesca. In un periodo in cui il concept di pizza come street food stava spopolando anche a Londra, questi ragazzi catturarono la mia attenzione: non solo la mia, dal momento che il breve post che gli dedicai ebbe un notevole engagement, nonostante la mia pagina Facebook avesse solo pochi mesi di vita.
Purtroppo Wallet Pizza ha cessato la sua attività appena due anni dopo, e io non ho mai avuto il piacere di assaggiare il loro prodotto, né di conoscere dal vivo i ragazzi responsabili del progetto. Nel corso degli anni però sono rimasto in contatto con loro, ed è grazie ai loro suggerimenti che ho potuto stilare un primo elenco di pizzerie napoletane a Berlino, e ad avere una panoramica generale di questa realtà nella città. Quell’elenco è rimasto là, in un angolo, pronto a essere sfruttato per l’occasione.
Non vi dico l’emozione che ho provato nell’organizzare finalmente il viaggio che stavo attendendo da tre anni. Suona strano, dal momento che da Londra avrei potuto volarci come e quando volevo, con la stessa facilità con cui ho effettuato altri pizza tour presenti su questo blog. Eppure Berlino restava meta vicina e allo stesso tempo lontana. Tanto che, alla fine, il viaggio è stato effettuato quando ero ormai rientrato nella mia bella Napoli: direttamente dalla capitale mondiale della pizza.
Naturalmente, prima di partire, ho ripreso in mano la mia lista e l’ho messa in discussione facendo affidamento alla mia fonte primaria di informazione: i locals. Ho lanciato l’appello alle comunità di italiani a Berlino su Facebook e vedere quale fosse l’opinione generale. Come sempre, è mancato un consenso unanime su quali fossero i posti migliori dove mangiare la pizza napoletana a Berlino. Ma i nomi c’erano, e alla mia lista originale ho potuto aggiungere altre destinazioni interessanti. Come sempre, non sono riuscito a visitarle tutte. Come sempre, questa sarà un’ottima scusa per tornare.
Tappa 1: Standard Serious Pizza, Prenzlauer Berg
Gran parte dell’emozione del mio viaggio è stata determinata anche dalla curiosità suscitata in me da questa pizzeria, dichiarata a più riprese il riferimento massimo per la pizza napoletana a Berlino. Per questo motivo non ho potuto attendere oltre al mio arrivo, e mi sono precipitato subito al locale, con lo stesso eccitamento di una ragazzina al primo concerto della sua boy band preferita. Peccato che il tutto sia stato smorzato da una pizza per niente all’altezza non solo della fama del posto, ma anche delle mie più basse aspettative. La delusione è stata enorme, e l’ho riversata in un post sulla mia pagina nel quale ho condiviso più il mio rammarico, che la scarsa qualità del prodotto (poi dettagliata nei commenti). Da Standard dovrò tornare, perché a oggi ancora ho difficoltà a credere che quella fosse la media generale del prodotto.
Tappa 2: Prometeo, Schöneberg
Una felice scoperta, grazie ai suggerimenti della community italiana a Londra, è stata questa pizzeria dotata di forno a legna, una delle poche nella capitale tedesca (è stato proprio il proprietario a spiegarmi che installarne uno comporta una trafila di permessi infinita). La pizza che ho mangiato è stata molto verace e tradizionale, e vissuta in un’atmosfera conviviale del tipico ristorante italiano dove i proprietari si divertono a passare il tempo chiacchierando con i commensali. Tra l’altro, questa è anche una delle poche pizzerie di Berlino che appartiene a degli italiani, e non a dei tedeschi: altro punto da approfondire nella variegata realtà gastronomica di questa città. Ve ne parlo in questo post.
Tappa 3: Monella, Neukölln
Altro nome che avevo in lista da un bel po’ di tempo, anche se la pizzeria era molto diversa da come me la immaginassi: il locale assomigliava più a un elegante cocktail bar che a una pizzeria in senso classico. Le luci soffuse e le candele ai tavoli avranno anche calato un’atmosfera sofisticata e elegante, ma mi hanno impedito di scattare una foto decente. Purtroppo la pizza offertami non ha aiutato, dal momento che la sua forma sgraziata mancava totalmente di fotogenìa. Il contrasto tra un impasto non equilibrato e gli ingredienti di ottima scelta hanno generato un mix di sensazioni contrapposte che andrebbe ulteriormente riesaminato con una seconda visita.
Tappa 4: W Pizza, Neukölln
A pochi passi da Monella vi è però una seconda pizzeria che mi è stata suggerita. Qui non si trova traccia di italianità nel personale, caratterizzato dalle provenienze più disparate, a partire dal pizzaiolio. L’ispirazione però è decisamente di matrice napoletana, anche se con alterni risultati: nonostante nel gusto complessivo la pizza risultasse saporita, c’è ancora molto da lavorare sul fronte impasto. Diciamo che con due pizze non eccellenti mangiate a distanza di così poco tempo l’una dall’altra me ne sono andato con lo stomaco un po’ provato.
Tappa 5: Malafemmena +39, Friedenau
Anche questa pizzeria era al top della mia lista, ma ho preferito non fiondarmici subito, aumentato il mio desiderio con l’attesa, e così facendo accrescendo l’alone di miticità che le avevo conferito arbitrariamente. Ma tutto ha funzionato a dovere qui: a partire da un locale che fa di tutto per esaltare la cultura e le origini partenopee, senza stereotipi di sorta. Non fosse altro che il personale, dai pizzaioli, ai camerieri ai proprietari, è tutto campano. La pizza mangiata da Malafemmena è stata senza dubbio la migliore di tutta la settimana, dimostrando anche una padronanza accorta nell’utilizzo dell’ennesimo forno a gas. Da notare inoltre che i proprietari hanno anche un piccolo chiosco nel quartiere di Kreuzberg tutto dedicato alla pizza fritta, chiamato per l’appunto Malafritta, che pure ho provato e apprezzato. In questo post vi parlo di entrambe.
Tappa 6: Zola, Kreuzberg
Qui siamo di fronte a un locale che assomiglia di più a un bar improntato a una clientela molto giovanile, per il suo stile grezzo e industrial. Cosa confermatami dal personale della pizzeria. Immagino una sala gremita di gente il sabato sera, mentre io invece mi sono recato in un tardo mercoledì pomeriggio, godendo quindi di un servizio veloce. Nonostante un piccolo difetto di cottura, la pizza di Zola è stata nel complesso soddisfacente. È anche una delle due, tra quelle che ho provato, a essere cotta nel forno a legna. Parlando con il personale scopro che però non si tratta dell’unica sede: i proprietari hanno aperto un anno fa una seconda sede nella Funkhaus Berlin. Il che vuol dire che sarà tra le pizzerie da provare nel mio prossimo Berlin Pizza Tour. Nel frattempo, vi parlo della mia prima visita qui.
Conclusione
Aver esaudito un desiderio di tre anni non significa necessariamente uscirne del tutto soddisfatti. A Berlino ho trovato una realtà della pizza napoletana molto variegata, ma ancora piuttosto acerba. Capisco quindi del perché non sia facile trovare un consenso generale sulle migliori pizzerie della capitale tedesca (anche se alcuni nomi hanno ricevuto molti più voti rispetto agli altri). C’è ancora molto da fare, soprattutto se si considera che stiamo parlando di una delle città più grandi d’Europa, con una comunità di italiani vastissima. In un paese, tra l’altro, dove si fa ancora fatica a far comprendere alla popolazione autoctona la differenza tra un buon prodotto culinario italiano e uno imitato. Ma questo non vale solo per la pizza napoletana.
Tornerò presto per una seconda valutazione. Danke schön, Berlin.